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Trento, 14 settembre 2010
Nel torrente Duina scorre liquame
dal Trentino di martedì 14 settembre 2010

Il torrente Duina, che scorre gagliardo fin sotto le famose terme di Comano, cambia spesso colore. Non si tratta di un’alga rossa come quella che rese famoso Tovel, ma d’un inquietante marrone. Si tratta di cacca, letame, refluo zootecnico. Regalo, pare certo, dell’intesa attività d’allevamento in particolare nella zona del Bleggio.  

A lanciare l’allarme, con toni severi, è il consigliere provinciale Roberto Bombarda, ma lo stesso sindaco di Comano Terme, Livio Caldera, conferma il problema.

Scrive Bombarda al presidente del consiglio provinciale Kessler: “Il 13 agosto il Corpo Forestale, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine sono stati allertati per la presenza nelle acque del Duina - corso d’acqua affluente di destra del fiume Sarca - all’altezza di Ponte Arche, di consistenti reflui zootecnici. Comprendo che è difficile individuare il punto esatto di conferimento ed i possibili autori di questo gesto criminoso ai danni dell’ambiente naturale, del patrimonio ittico e della salute pubblica, tuttavia tutti sanno che solo talune categorie di soggetti possono far defluire nel corso d’acqua questo tipo di materiale; vi è la sensazione che nonostante innumerevoli solleciti e l’avvio di uno studio provinciale, non si faccia abbastanza per ridurre il carico dei reflui prodotti su un territorio così limitato come le Giudicarie esteriori”.  Il consigliere Bombarda interroga la giunta provinciale per sapere cosa intende fare per reprimere l’illecito e per venire a capo nelle Giudicarie esteriori dell’eccessivo carico zootecnico, che va oltre la capacità di assorbimento da parte del territorio.

 Il sindaco che amministra anche il Lomaso e Bleggio inferiore (dove l’inquinamento è più frequente e maggiore la concentrazione di allevamenti bovini) non minimizza.  “Si - conferma Livio Caldera - il problema c’è e non è di facile soluzione. L’inquinamento del Duina e prima ancora del Dal e di alcuni piccoli rii è dovuto dall’elevata produzione di liquame derivante dal consistente numero di stalle e di capi di bestiame. Ormai non vi è dubbio che qualche allevatore si serva di particolari momenti come la pioggia insistente o un forte temporale per immettere il liquido inquinante nei corsi d’acqua. Non dimentichiamoci - aggiunge Caldera - che nel Duina fino a quando non sarà in funzione il depuratore, defluiscono le fogne della zona”.  

Non è mai stato individuato nessuno dei responsabili?  “Si, l’Appa ha fatto dei rilievi e ha anche dato delle mult,e ma senza particolare effetti sul piano pratico”.  Il Comune come si sta muovendo?  “Prima di noi la Provincia, attraverso l’Istituto di San Michele, ha dato avvio ad uno studio con lo scopo di misurare i parametri relativi alla superficie del territorio, alle sue caratteristiche messe in relazione con il numero di stalle e di capi allevati. Lo studio è ancora in corso e di conseguenza non è stato assunto per ora nessun provvedimento, in attesa di poter procedere”.  “Noi - aggiunge Caldera - come amministrazione comunale ci siamo dal canto nostro rivolti ad una delle stalle più grandi, quella della famiglia Fustini, per un indagine conoscitiva, anche alla luce del fatto che l’azienda sta costruendo in proprio un impianto di biogas. Dall’esperienza - conclude il sindaco di Comano Terme - potremo trarre indicazioni preziose ed agire di conseguenza prendendo di petto il problema”.

IL PROBLEMA. Il Duina nasce dal versante nord dell’Altissimo, scende nel Bleggio e nel Lomaso e confluisce nel Sarca all’altezza di Ponte Arche. Il problema del suo periodico inquinamento è ben noto ai pescatori. Il colpevole pare sia una «mela marcia» tra gli allevatori di bestiame.
 

     

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